Moneta sonante. Come i punti dell’Esselunga, le miglia dell’Alitalia o i buoni pasto aziendali. Anzi, come le figurine Panini, che da ragazzi per far tornare gli scambi diseguali compensavamo con una Coca-Cola o un ghiacciolo.
Mentre la moneta emessa dalle banche centrali continua ad avere un valore (dettato dal valore nominale o dal tasso di cambio) e un prezzo (il tasso di interesse), emergono dalla rete nuove forme di monete che hanno un valore ma non un prezzo. Sono cioè utilizzabili come i “miniassegni” degli anni Settanta: lo scambio avviene perché chi offre e chi riceve la moneta alternativa ne accetta il valore, ma non c’è un tasso d’interesse e tantomeno uno spread da pagare. Non c’è neanche una banca centrale o un singolo organo emittente. È più simile a un’economia di baratto che non a un sistema monetario, ma non è neanche un vero
di Antonio Dini – Il Sole 24 Ore – leggi su http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-12-15/bitcoin-aperto-conto-140856.shtml?uuid=AbPGCPCH
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